19 ago, 2025
I dazi doganali sulle auto sono diventati un tema centrale nell’agenda politica ed economica. Gli effetti si percepiscono non solo sui listini, ma anche sulle strategie delle Case automobilistiche, sulle scelte dei consumatori e sulla transizione verso l’elettrico. In questo articolo Carplanner propone un’analisi dettagliata — supportata dai dati UNRAE — per capire:
cosa sono i dazi e perché incidono così tanto,
chi sono i principali attori coinvolti (UE, USA, Cina),
come stanno cambiando prezzi, produzione e importazioni,
quali scenari ci attendono nei prossimi anni.
Il dazio è un’imposta applicata sulle merci importate, che serve a proteggere la produzione nazionale e a riequilibrare i flussi commerciali.
Nel settore auto, può colpire sia vetture complete sia componenti (es. batterie, motori, acciaio).
Negli ultimi anni, le politiche tariffarie sono diventate sempre più aggressive:
Gli Stati Uniti, da aprile 2025, hanno introdotto un dazio del 25% sulle auto importate.
L’Unione Europea sta valutando misure analoghe, soprattutto verso i brand cinesi.
La Cina ha spesso usato i dazi per favorire la propria industria domestica.
Le filiere produttive dell’automotive sono estremamente complesse. Un singolo veicolo può contenere componenti provenienti da oltre dieci Paesi. L’aumento del costo su una sola componente può generare un effetto domino su tutto il processo produttivo.
Modello importato | Prezzo pre‑dazi (€) | Prezzo post‑dazi (+25%) | Aumento (€) |
---|---|---|---|
EV cinese medio | 30.000 | 37.500 | +7.500 |
SUV USA premium | 50.000 | 62.500 | +12.500 |
I dazi hanno un impatto diretto sul prezzo al pubblico. Questo comporta una contrazione della domanda e una rimodulazione delle politiche commerciali.
Case automobilistiche come Tesla, BYD, Stellantis e Volkswagen stanno adattando le proprie strategie:
localizzando la produzione per evitare i dazi,
rinegoziando accordi commerciali con fornitori,
differenziando i canali di vendita.
Secondo UNRAE, nei primi 4 mesi del 2025:
le immatricolazioni di auto nuove in Italia sono calate dell’1,2% rispetto al 2024,
le richieste di finanziamento auto sono diminuite del 12%,
la fascia under-30 ha registrato un calo del 15% nelle immatricolazioni e del 20,7% nei finanziamenti.
Il mercato risponde con una maggiore propensione al posticipo della spesa o alla scelta di alternative più flessibili, come l’usato o il noleggio.
L’Unione Europea è in fase di valutazione di dazi sulle auto elettriche cinesi, viste come una minaccia per l’industria europea. Brand come BYD, NIO e MG, che offrono EV a prezzi competitivi, rischiano un incremento dei costi all’ingresso.
L’Italia, inoltre, esporta circa 5 miliardi di euro l’anno in componenti automotive destinati all’assemblaggio negli Stati Uniti, settore che potrebbe essere penalizzato dalle tariffe incrociate.
A marzo 2025, le auto elettriche a batteria (BEV) rappresentano il 5,4% del mercato, le ibride plug-in (PHEV) il 4,5%, per un totale ECV del 9,9%.
Ad aprile 2025, BEV 4,8%, PHEV 5,7%, ECV 10,5%.
Nonostante l’incremento, l’Italia resta tra gli ultimi in Europa per quota EV, segno che l’instabilità normativa e tariffaria frena la transizione.
I costruttori internazionali stanno:
aprendo nuovi stabilimenti in Europa
stipulando joint venture con partner locali,
diversificando le fonti di approvvigionamento.
UNRAE prevede per il 2025:
1,550 milioni di immatricolazioni (-0,6% rispetto al 2024),
ancora lontani dai 1,917 milioni del 2019 (-19,2%).
Senza interventi strutturali, il mercato italiano dell’auto rischia una stagnazione prolungata.
L’incertezza su dazi e normative rallenta:
la ricerca e sviluppo sui veicoli elettrici,
gli investimenti in infrastrutture di ricarica,
l’avanzamento della guida autonoma.
Le formule flessibili come il leasing e il noleggio a lungo termine stanno crescendo, poiché:
proteggono da aumenti di prezzo inattesi,
permettono accesso a EV senza anticipo elevato,
consentono cambio veicolo a fine contratto.
Anno | Immatricolazioni (mln) | Variazione vs 2019 |
---|---|---|
2019 | 1,917 | baseline |
2024 | 1,559 | -18,7% |
2025* | 1,550 (stima UNRAE) | -19,2% |
Mese | BEV | PHEV | Totale ECV |
---|---|---|---|
Marzo 2025 | 5,4% | 4,5% | 9,9% |
Aprile 2025 | 4,8% | 5,7% | 10,5%FAQ – Domande frequenti |
Quanto incidono i dazi sul prezzo di un’auto?
Fino al 25%, ovvero da 3.000 a 12.500 euro in più a seconda del segmento e del Paese di provenienza.
Le auto elettriche sono soggette a dazi?
Sì, le BEV e PHEV importate dall’estero sono soggette alle stesse tariffe delle auto endotermiche.
I dazi stimoleranno la produzione locale?
È probabile. Alcuni brand stanno già localizzando la produzione per evitare dazi e garantire competitività sul prezzo.
Qual è il ruolo dell’Italia in questo scenario?
L’Italia è al tempo stesso un’importatrice di veicoli finiti e un’esportatrice di componenti. È quindi vulnerabile sia come mercato che come base produttiva.
I dazi non sono un fenomeno isolato, ma una leva geopolitica che influenza direttamente il settore automotive. I loro effetti si riverberano su:
listini,
catene di approvvigionamento,
comportamenti d’acquisto,
transizione elettrica.
Per i consumatori, strumenti flessibili come il leasing e il noleggio a lungo termine rappresentano una strategia per mitigare l’impatto economico e mantenere il controllo sui costi.
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